Seconda tappa del nostro percorso di avvicinamento al Bianco e anche questa volta abbiamo ricevuto in dono tempo splendido, condizioni eccellenti ed ottima compagnia.
Partiamo di prima mattina con l’autobus di linea di Stefano che con una “discreta” media in breve ci proietta a Pont Saint Martin all’inizio della valle per Gressoney. Sosta per ultimi acquisti e via a prendere i lunghi impianti per Punta Indren (3.200). Dopo un breve percorso su neve fradicia dal caldo siamo al Rifugio Mantova (3.450) dove cerchiamo le piazzole per piantare le tende, purtroppo piene di neve, e ci mettiamo al lavoro per allestire il piccolo campo. In pochi minuti due sono montate mentre il gruppo dei nostri “Bronzi di Riace” dopo avere cercato per mezz’ora il posto più adatto, scava una buca enorme tra foto da calendario e sole implacabile.
La sera cena in rifugio che per il gran pienone ci mette a mangiare in cucina, mai scelta più felice: tavolo privè, tutta la cucina a nostra disposizione e cameriere che ci domandiamo tutto il tempo cosa stiano facendo a 3.500mt!!
Non contenti dell’orario della colazione offerta dal rifugio (alle 4.30), facciamo scorta di cibo e acqua e andiamo ai nostri alloggi decisi a partire per le 3.45. Ma alle 3.45 la tenda dei Bronzi di Riace, ancora dorme. O meglio, non tutti dormono; uno tenta invano di difendersi dal freddo e non si accorge, tutto preso dall’indossare ogni cosa che trova, che il tempo è volato e giusto all’ultimo fa alzar tutti. Alle 4.30 si parte. Frontale accesa, lampi e tuoni all’orizzonte che rischiarano la notte, ma non ci preoccupano, il tempo sembra stabile sopra di noi. In breve raggiungiamo e superiamo il rifugio Gnifetti e iniziamo la prima salita verso il Colle del Lys. Il freddo è pungente e un vento leggero ma implacabile non ci permette grandi soste, per evitare di congelarci. Solo al colle del Lys (4.280) il primo sole ci scalda e permette una sosta per far rifornimento di liquidi, cibo, creme varie e foto. Da qui si possono finalmente ammirare in tutta la loro bellezza le cime del Monte Rosa e il magnifico Lyskamm alla nostra sinistra. Incontriamo gruppi di alpinisti in discesa dopo una notte “magnifica e riposante” alla Capanna Margherita e alpinisti che si avvicinano ad affrontare ogni cima che ci circonda. Dovunque ci giriamo vediamo gente che affronta la salita di una vetta, nessuna esclusa. Seracchi enormi ci circondano e l’ambiente è unico.
Al Colle Gnifetti ci dividiamo, un gruppo sale prima la punta Zumstein per poi raggiungere l’altro gruppo che sale direttamente alla Capanna Margherita o punta Gnifetti. Capanna Margherita e Punta Gnifetti si sovrappongono e questo personalmente ritengo costituisca una pagina infelice dell’alpinismo moderno. La punta Gnifetti infatti prende il nome da un grande obelisco roccioso (Signalkuppe in tedesco, ossia cima del segnale) che esisteva prima che lo distruggessero per far spazio al rifugio Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa, che addomestica di molto ogni difficoltà di salita. Tuttavia il panorama è davvero magnifico e grazie alla giornata ottima sono visibili perfettamente il Monte Bianco, il Cervino, il Gran Paradiso ed ogni monte, tanto che con una cartina in mano ci si potrebbe perdere una giornata a individuarli tutti.
Per salire la Zumstein si percorre una breve ma affilata cresta che conduce alla vetta, dalla quale si ammira la bellissima cresta Signal alla cima Dufour, la più alta e ambita delle cime del Rosa, e la cima Nordend, la più isolata e meno frequentata.
Riunito il gruppo al rifugio e dopo un thè caldo (i vantaggi del ristorante d’alta quota!!) scendiamo al rifugio Mantova rimpiangendo ogni scialpinista che ci sfreccia di fianco, smontiamo il campo, carichiamo tutto in spalla e rapidi al parcheggio dove il pulmino di Stefano ci attende per una nuova prova speciale da Gressoney a Reggio. Ora la tappa finale…
il lungo traverso che dalla funivia porta al rifugio Mantova |
i "Bronzi" all'opera... |
il "privè" in cucina |
tramonto |
sculture di ghiaccio |
sulla cima Zumstein |
il Liskamm, il Cervino, il Bianco e tanti altri... |
sulla cima Gnifetti |
1 commento:
Grande il Meddi!! Tra l'altro vedo un Andrea Pietri in splendida forma! Sono contento che sia tornato a solcar vallate! Continuate così!
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