mercoledì 10 settembre 2014

Dente del Gigante 8/9/14



Chiusura davvero speciale per progetto di arrampicata dell’associazione.
In 5 ci troviamo sul gruppo del Bianco in questo settembre che si sta rivelando il mese migliore per le nostre scorribande sui monti di questa estate 2014. Sabato partono i nostri due alfieri di punta, Daniele e Fabio, con l’intenzione di salire una via sui satelliti del Tacul e al nostro arrivo la domenica pomeriggio al Torino invano li cerchiamo per sapere della loro impresa. Verso le 19 li vediamo arrivare, stanchi ma contenti, dopo una bella impresa lungo una via non banale che ci racconteranno con immagini e descrizione in un prossimo post.
Serata eccezionale al chiaro di luna, una parte si infila sotto le coperte del rifugio, i temerari invece sfidano il freddo (non tanto, in realtà) in tenda. Sveglia alla mattina, non troppo presto per prendere meno freddo possibile lungo la parete, ma non troppo tardi per non perdere la funivia di discesa…
La salita infatti si svolge sempre in ombra e la parete è naturalmente esposta a venti da ogni parte, quindi difficile arrampicare senza guanti e con le scarpette almeno con le condizioni che abbiamo trovato di zero termico a 3.800 circa. Quindi anche se i canapponi percorrono la maggior parte della salita, non è una salita scontata e richiede un bello sforzo fisico. I primi due tiri e l’ultimo non hanno i canapponi e sono invece protetti da alcuni chiodi, ma consigliata l’integrazione anche volante su spuntoni o con friends.
In poco più di due ore dalla tenda arriviamo, lungo un bel percorso, prima su ghiacciaio, poi su misto, quest’anno quasi completamente innevato, alla famosa “gengiva”, la base di partenza dell’arrampicata vera e propria. Ci cambiamo e ci copriamo come omini michelin e attacchiamo la via, con le due cordate vicine.
Primo tiro che subito fa apprezzare la differenza tra granito e il “nostro” calcare, tanto che ti senti spaesato e ti sembra di non trovare alcun appiglio…poi pian piano prendiamo confidenza e improvvisamente scopriamo che sul granito i piedi non “scappano” e che in fondo le fessure, anche se difficili da tenere quando verticali, sono belle nette!! In breve notiamo però che la nostra seconda cordata ha rinunciato, ma sicuri del loro valore proseguiamo senza ansie.
Il tratto centrale delle placche Burgener è tutto sommato facile e in breve ci si ritrova sotto la parte finale, verticale, che con facili lame piegate verso destra conducono al camino finale, il passaggio più atletico (passaggio di V+, senza il canappone). Siamo sulla punta Sella (4009mt) e ci caliamo su esile lama all’intaglio da cui partono le corde doppie per la discesa. Davanti a noi la possibilità di salire l’altra punta, Punta Graham (4013mt), con una facile salita, ma la evitiamo per non rimanere imbottigliati sulle calate di discesa e rischiare l’ultima funivia. Ci mettiamo in fila e aspettiamo il nostro turno. Le calate sono davvero emozionanti, 120/130 mt verticali che in breve (3 doppie da 50 mt, ma ci sono anche soste ogni 20/25 mt se non si hanno le mezze corde) riportano al punto da dove si attacca la via sul versante sud.
Felici, riprendiamo la discesa e in breve siamo alla tenda, giusto il tempo di smontare il campo e prendere l’ultima discesa. Al parcheggio ci riuniamo con i nostri compagni per lo scambio di rito delle belle emozioni vissute e rientriamo verso casa.
 



 

 
 






 

Qui trovate qualche foto !

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