meglio
C'erano una volta Titiro e Odina....
Comincia così la fiaba che i folletti del bosco raccontano agl'incantati visitatori in uno sconosciuto ma incantato angolo dell'appennino modenese.
Facciamo un passo indietro, questa prima escursione del nuovo calendario PGF inizia avvolti nelle grigie nebbie del tetro comprensorio ceramico sassolese, ci spostiamo però di pochi km sulla nuova estense e la particolare benedizione che accompagna le nostre uscite non ci tradisce, ecco spunta il sole!!
Siamo a Granarolo, frazione di poche anime nei pressi di Monfestino di Serramazzoni. Parcheggiamo le macchine e ci addentriamo nella macchia costeggiando il torrente. Ed ecco, una, due, tre, ..... le cascate in rapida successione, sempre più grandi e sempre più belle.
E Titiro e Odina? Che c'azzeccano? C'entrano e c'entra anche Guidobaldo, di Odina il padre, signore di Monfestino, si parla del Mediooevo. Il Guidobaldo osteggiava l'amore della sua nobile figlia con l'umile pastore Titiro, così narra la leggenda. I due erano soliti frequentare questi luoghi incantati e qui decisero di porre fine alla lora vita e di consacrare all'eternità il loro amore: si legarono con una corda l'una all'altro e si gettarono nella buca più profonda: la Buca degli Amanti, Bucamante.
Qui si incrocia la loro storia con la nostra che siamo venuti a visitare le cascate del rio Bucamante. Belle, molto belle e mantenute in buono stato da un nutrito gruppo di volontari "volenterosi" che peraltro abbiamo incontrato mentre pulivano uno degli scorci più caratteristici, delle originali cascatelle a forma di vaschetta formate da concrezioni calcareee.
Terminata la visita alle cascate ci siamo concessi una lauta scorpacciata all'agriturismo Campofiore.
Sempre verso l'alto a tutti ....