domenica 22 novembre 2009

Cascate del Bucamante

C'era una volta ...

meglio

C'erano una volta Titiro e Odina....

Comincia così la fiaba che i folletti del bosco raccontano agl'incantati visitatori in uno sconosciuto ma incantato angolo dell'appennino modenese.

Facciamo un passo indietro, questa prima escursione del nuovo calendario PGF inizia avvolti nelle grigie nebbie del tetro comprensorio ceramico sassolese, ci spostiamo però di pochi km sulla nuova estense e la particolare benedizione che accompagna le nostre uscite non ci tradisce, ecco spunta il sole!!
Siamo a Granarolo, frazione di poche anime nei pressi di Monfestino di Serramazzoni. Parcheggiamo le macchine e ci addentriamo nella macchia costeggiando il torrente. Ed ecco, una, due, tre, ..... le cascate in rapida successione, sempre più grandi e sempre più belle.

E Titiro e Odina? Che c'azzeccano? C'entrano e c'entra anche Guidobaldo, di Odina il padre, signore di Monfestino, si parla del Mediooevo. Il Guidobaldo osteggiava l'amore della sua nobile figlia con l'umile pastore Titiro, così narra la leggenda. I due erano soliti frequentare questi luoghi incantati e qui decisero di porre fine alla lora vita e di consacrare all'eternità il loro amore: si legarono con una corda l'una all'altro e si gettarono nella buca più profonda: la Buca degli Amanti, Bucamante.

Qui si incrocia la loro storia con la nostra che siamo venuti a visitare le cascate del rio Bucamante. Belle, molto belle e mantenute in buono stato da un nutrito gruppo di volontari "volenterosi" che peraltro abbiamo incontrato mentre pulivano uno degli scorci più caratteristici, delle originali cascatelle a forma di vaschetta formate da concrezioni calcareee.

Terminata la visita alle cascate ci siamo concessi una lauta scorpacciata all'agriturismo Campofiore.

Sempre verso l'alto a tutti ....





sabato 18 luglio 2009

Monviso - via normale

Il Monviso è un monte elegante, maestoso, che si erge solitario ai confini della pianura piemontese ed è perfettamente visibile nelle giornate di cielo terso da tutto l'arco alpino. E' inconfondibile per la sua forma piramidale simile al più famoso Cervino e con i suoi quasi 4.000 metri di altezza rappresenta una meta ambita e accessibile. Scegliamo per la nostra salita la via "normale", via di difficoltà PD e passaggi di III, dislivello complessivo di 650+1300. Nonostante le difficoltà non eccessive del percorso, la salita è spesso sottovalutata e la presenza di molte persone, a volte non molto preparate, ne costituisce elemento di pericolo per la possibile caduta di sassi, per il continuo incorciarsi di persone che salgono e scendo, per le file che si formano nei punti più difficoltosi (obbligatorio il caschetto!!). Inoltre occorre tener presente che si tratta pur sempre di quasi 4.000mt e il meteo può alzare decisamente le difficoltà. Tuttavia è una salita appagante e la vetta domina gli spazi circostanti offrendo una vista a 360° incredibile. Anche Pier Giorgio aveva salito il Monviso e con questa consapevolezza anche noi partiamo dal parcheggio di Pian del Re (2.020 mt). La salita al rifugio Quintino Sella (2.640 mt) affre un percorso vario e bellissimo, tra laghi azzurri e stambecchi che si lasciano avvicinare quasi da toccarli. Il rifugio sorge ai bordi di un lago glaciale ai piedi della vetta e offre una inconsueta vista su Torino, una vista che sembra farti dimentica di essere sulle alpi a 2.500 mt. Piantiamo le tende perchè il rifugio è pieno e dopo la cena ripassiamo le ultime cose per la salita. Sveglia di buon ora, il tempo è un pò nuvolo ma, frontali accese, partiamo. Siamo i primi e presto raggiungiamo la ferrata che sale al passo delle Segnette. Al passo ormai è giorno e la luce illumina il percorso che ci attende. Si scende per un centinaio di metri nel Vallone delle Forcioline e da seguende evidenti e abbondanti ometti lungo il percorso più logico verso la vetta. Superato un ripido nevaio (ma ad estate inoltrata questo tratto è tutto sfaciumi) di supera il bivacco Andreotti (3.225 mt) e si arriva al minuscolo ghiacciaio Sella che si rimonta fino all'altezza di una cengia che taglia il monte in modo pianeggiante. Qui ha inizio del tratto di roccia vero e proprio. Da qui il percorso è ben indicato da una gran quantità di bolli gialli. Intanto le nuvole hanno lasciato spazio al sole che scalda la nostra arrampicata e che non ci fa sentire il freddo dell'altezza. In quasi sette ore siamo in vetta, stanchi ma felici. Buona parte della parte di roccia l'abbiamo affrontata insieme ad una coppia che a prima vista non sembrava eccessivamente a suo agio sul percorso ma tuttavia dimostrava di conoscere bene il percorso e quindi abbiamo pensato di affidarci ai loro consigli. Sulla vetta ci stringiamo le mani e ci facciamo i complimenti di rito, ma la signora subito ci fa notare che il marito era la quarantesima volta che saliva il Monviso....complimenti!! ma chi è costui? domandiamo. E' Dario Viale, ma a noi subito questo nome non ci dice nulla! Al rientro invece scopriamo essere il recordman della Monviso Vertical Race, la gara che ogni anno prevede la salita da Pian del Re alla vetta del Monviso, col tempo stratosferico di 1h48'54'', stabilito nel 1.986.

E' ora di scendere, anche perchè in questo tipo di ascensioni la salita è solo la prima parte del percorso. La discesa richiede attenzione e molto tempo. Nel tardo pomeriggio siamo al rifugio dove un gruppetto di amici ci stava attendendo e dove anche l'amico Don Gigi ci attende facendoci una grandissima sorpresa. Ci prepariamo quindi per celebrare insieme una bellissima Messa in cui davvero rigraziamo il Signore per la bellezza del creato, della amicizia che ci unisce e per averci custodito anche in questa avventura.





il nevaio prima del bivacco Andreotti


Alcuni momenti della salita



La vetta del Monviso








domenica 17 maggio 2009

Burrone di Mezzocorona

Domenica 17 Maggio, 
sarà forse questo numero, il 17 tipicamente non porta fortuna, sarà forse che non ci siamo informati bene .... 
Fattostà che dovevamo fare una bella ferrata e siamo finiti per fare una normale escursione sul Monte di MezzoCorona. Meno male che c'era un sole infernale, così almeno non è stata una passeggiata in centro per negozi, ma ha comunque avuto il sapore dell'avventura verso l'alto.
La ferrata infatti l'abbiamo trovata chiusa per le operazioni di disgaggio massi, mea culpa.
Non tutte le ciambelle escono con il buco, non scoraggiamoci. 
Burrone Giovannelli aspettaci, torneremo ....

domenica 8 marzo 2009

Rifugio Rio Pascolo

E' fatta!! Questa uscita associativa al rifugio Rio Pascolo, sotto l'Alpe di Succiso, rimarrà negli annali come impresa dell'anno dell'associazione Pier Giorgio Frassati. Un'avventura che sembrava quasi utopistica nei giorni scorsi si è trasformata in due fantastiche giornate sopra e sotto le nevi dell'appennino.'Sopra' a 3 metri di neve che hanno letteralmemte sepolto il rifugio nel corso di un inverno veramente eccezionale; 'sotto' a 1 metro e oltre di neve il tetto del rifugio, unica traccia della presenza di un manufatto umano agli occhi dei volontari spalatori della mattina di sabato.

E allora chiamiamoli per nome questi moderni eroi che non hanno esitato a sudare 2 ore di cammino con l'attrezzatura necessaria per scavare come talpe gli accessi al rifugio: Scacco, Gio, Baro, Rudy, Buccia. Non dimentichiamoci però di Claudio e Gianni del ctg di Reggio che si sono offerti per accompagnarli e aiutarli nell'impresa. Grazie!!!!

Noi che siamo saliti al pomeriggio abbiamo disceso la scala di ghiaccio inventata per l'occasione e ci siamo accomodati in un rifugio caldo e accogliente, illuminato per breve tempo dalla poca corrente accumulata grazie ai pannelli solari liberati alla mattina. Non sarebbe corretto a questo punto non citare tutti, ugualmente eroi nella notte passata al rifugio sepolto sotto alle nevi: Paolo, Leti, Andre, Mazza, Faby, Marra, Gioppy, Frenk, Raffa, Lele.

E' difficile che al termine di un'uscita si possa dire: è andato tutto alla perfezione. Bene, in questo caso credo lo si possa fare senza timore di essere smentiti: bel tempo, neve in quantità, totale lontananza dalla civiltà, niente acqua corrente, niente luce, niente bagno ..... Meglio di così!!!
















Il rifugio sepolto dalla neve...

domenica 18 gennaio 2009

Weekend sulle piste

Ci voleva proprio, dopo anni di salite alle vette di Alpi e Appennini, un pò di ....discesa!! La due giorni dell'Associazione sulle piste della Val di Sole appena conclusa aggiunge un'ulteriore esperienza alle già tante che in questi anni ci hanno portato dall'acqua dei torrenti alle cime delle Alpi, col costume e con le ciaspole, coi ramponi e con pelli di foca sotto gli sci...
Ma lasciamo spazio ai commenti di quanti c'erano, ai consigli e alle critiche, alle richieste e, perchè no, se qualcosa è andato bene anche a qualche apprezzamento! Magari il prossimo anno lo riproponiamo....